Il dilemma della stirpe "cibarius"
- Tony Lupo
- 29 nov 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Ormai sono diversi anni che mi scontro con continue ricollocazioni di specie fungine in altra sezione o genere o specie che non appena ho finito di sistemare le mie immagini in archivio devo riordinare da capo. Ma lo sconcerto mi viene da un'ultima notizia tratta da un convegno di studiosi in Toscana, che avrebbero stabilito che la specie C. cibarius var. cibarius Fr. non esisterebbe al sud d'Italia. E sì che in un recente passato tutte le specie di Cantharellus xerofile: ferruginascens, bicolor, alborufescens, subpruinatus, pallens, erano traghettate tutte sotto il nome unificato di Cantharellus cibarius (Fr.:Fr.) Fr. ma dopo un repentino ripensamento diventa C. cibarius var. cibarius Fr. con aggiunta dei sinonimi: Cantarellus rufipes Gill. Cantharellus vulgaris Gray
Cantharellus pallens Pilát
Ma qui casca l'asino si suol dire, che molti autori non si sono mai trovati di fronte a ritrovamenti massicci di queste specie, ognuna in habitat consolidato, tutte con stesse caratteristiche morfologiche e cromatiche, ma tutte con qualche differenza tra una raccolta e l'altra negli stessi siti e siti diversi con ecologie simili o diverse, per i quali da centinaia di anni è stato adottato il nome nomenclaturale di Cantharellus cibarius, fungo a forma di calice-coppa organoletticamente eccellente commestibile, mentre a me capita di ritrovamenti in tutto l'arco dell'anno in ambiente di macchia mediterranea, in terreni abbandonati a ridosso di essa, e poi man mano risalendo la lecceta e sughereta, il castagneto, il cerreto, la pineta, la faggeta.
Ma è solamente in un sito di macchia reinsediatasi in un oliveto abbandonato, dove prosperano eriche, querce ed il cisteto è invasivo, dove trovano l'habitat ideale molte specie di Russula, Lactarius, Tricholoma, Boletus, Clitocybe, Hygrophorus, ecc.... solo qui cresce e ritrovo regolarmente raccolte di un colore bianco crema, che dopo poco il tocco si tinge di giallo. Eyssartier e Buyck hanno stilato due chiave dei Cantharellus, nella seconda parla delle specie termofile:
3.b Specie con colori gialli o più pallidi ………………………………………………………………………... 4 4.a Specie che ricorda Cantharellus cibarius , ma con cappello fortemente pruinoso da giovane Cantharellus cibarius var. atlanticus 4.b Specie che ricorda Cantharellus cibarius o più pallido, ma con cappello mai pruinoso …………….. 5 5.a Cappello, gambo e imenoforo di un bel giallo Cantharellus cibarius 5.b Biancastro su tutte le superfici in qualche parte …………………………………………………………. 6 6.a Interamente bianco o biancastro, margine sovente lobato Cantharellus pallens 6.b Giallo almeno su una parte (contrastato) ………………………………………………………………… 7 7.a Cappello e stipite bianchi, imenoforo giallo Cantharellus cibarius var. bicolor
Mai nessuno aveva presentato una raccolta più biancastra del solito in tutte le sue parti come questa che vi propongo, a fianco di un soggetto con cromie tipo della specie nominale, per cui la chiave assumeva uno scarso valore scientifico per cui è stata reiscritta dove Cantharellus pallens Pilát diventa sinonimo di Cantharellus cibarius var. cibarius Fr., non ci capirei più niente, e tra i continui lascia e piglia della scienza mycognomica il dilemma è una realtà incontrovertibile. Sarebbe più semplice che ad ogni specie ecologicamente allineata, ma con differenze peculiari venisse dato un nome definitivo che la separi dalle altre eliminando gli interrogativi degli addetti e la confusione che viene generata. Ritengo che la 2a. chiave di Eyssartier e Buyck sezione 6.a potrebbe essere convalidata dalla presenza di specie come nella mia raccolta nell'immagine allegata
